VIOLENZE FASCISTE A CARUGATE: UNA STORIA POCO RACCONTATA #25Aprile



Il 25 Aprile siamo soliti festeggiare la liberazione dal nazifascismo Si rende omaggio ai partigiani caduti e si ricordano donne e uomini coraggiosi, che mantennero vivi i valori di libertà e democrazia negli anni bui dell'oppressione fascista.

Spesso però non conosciamo così bene la violenza e la paura vissuta nelle nostre città durante gli anni del fascismo. I libri di storia raccontano gli episodi più noti, ma quanto accaduto nei piccoli centri come Carugate è noto a pochi. 

In un periodo però come questo in cui rigurgiti fascisti sono purtroppo quasi all'ordine del giorno su tutto il territorio italiano e sui social proliferano le bufale volte a esaltare la figura di Mussolini o a trasfigurare un'epoca buia in una di grandi speranze e gioie collettive, crediamo sia utile diffondere le testimonianze di Carugatesi che vissero sulla loro pelle le violenze dei fascisti, che spesso erano compaesani, compagni di cortile o colleghi di lavoro. 

Le testimonianze che riportiamo sono tratte dal libro "Antifascismo e resistenza a Carugate" di Mario Rigoldi, 1980. Ci limitiamo a trascrivere in italiano corrente le testimonianze allora raccolte in dialetto. 

ELEZIONI POLITICHE 1924: testimonianza di Don Giuseppe Bonfanti 


<< Nelle elezioni precedenti si avevano diversi conferenzieri di ogni partito, ma nelle attuali elezioni dominando già al governo il fascismo, non fu possibile la propaganda da parte di nessun altro partito. […] Il solo partito che ha potuto fare propaganda libera in ogni città e paese fu il fascista, di cui qualcuno scorrazzava armato e minacciando distruzione e morte a chi non avesse votato per il Partito Fascista[…]. Nel giorno delle elezioni girò nel paese un'auto con una mitragliatrice. Il paese era sotto l'incubo pauroso delle minacce ma tutti si recarono a votare con calma. […] Dato l'esito sfavorevole il segretario fiduciario fascista della plaga di Gorgonzola venne per castigare questa popolazione minacciando la nostra Cooperativa S. Andrea e la Casa Pio XI >>. 




VIOLENZE CONTRO I SOCIALISTI: testimonianza di due carugatesi (M.P. - E.G.)



<< Parecchi a Carugate le hanno prese dai fascisti, come Mario Castelli, socialista, al Consul, (Tornaghi Martino) anche lui socialista e tra l'altro quando hanno fatto il Rastrellamento insieme al Merun dal Casinel, Cesarin del d'or ( Barlassina Cesare) sono stati portati via perché socialisti[…] Cesarin dal d'or è andato in Germania a Dachau…>>



PESTAGGI PER LA STRADA: testimonianza del carugatese M.P. 


<< Ancora molti ricordano che Oreste Ortolina fu fermato dai fascisti sulla strada che porta a Cernusco, fu fatto scendere dalla bici, pestato e lo hanno costretto a bere l'olio di ricino perché era un cattolico>>

LA VITA IN OSTERIA: testimonianza del carugatese P.A.

<< Quando passava qualche corteo fascista bisognava togliersi il cappello, erano dei farabutti e bisognava sempre dire sì e ubbidire. All'osteria quando veniva qualche fascista e ti parlava, dovevi alzarti in piedi e toglierti il cappello. In mensa quando si mangiava e venivano dalla radio i comunicati fascisti, bisognava alzarsi in piedi e sull'attenti, star lì a sentirli, perché se non facevi così veniva qualcuno e con le sberle ti metteva in riga >>

LA TESSERA DEL FASCIO: testimonianza del Carugatese Z.L.

<< Alla fine dell'anno 1941 i fascisti di Carugate ci avevano avvisati che la classe 1922 doveva pagare la tessera del fascio prima che si andasse a militare e noi non volevamo pagarla. […] Dopo un po' di tempo vengono le nostre madri a dirci di andare subito in sede perché avevano paura che i fascisti ci facessero del male, e così siamo andati alla sede del fascio che era presso le Quattro Strade. […]. Ci prese per un braccio e disse "fuori il distintivo del fascio" e noi a rispondere "non l'abbiamo"[…] e allora lui cominciò a picchiarci dandoci degli schiaffi in faccia e nervate sulle gambe e sul sedere e ci cacciò via gridando e imprecando. >>



IL COLORE DEL VESTITO: testimonianza del carugatese P.A.

<< Mi ricordo che ero andato alla sede del fascio per chiedere dei documenti […]. Ero andato così senza giacca e avevo su una camicia rossa. Arrivato nella sede hanno incominciato a insultarmi e mi hanno minacciato e ho dovuto inginocchiarmi e chiedere perdono. >>