Le primarie del PD, il Centrodestra, il Governo Letta


Le primarie del PD si collocano in un nuovo scenario politico. Dopo il terremoto nel Centrodestra culminato con la scissione di Alfano, la rinata Forza Italia è passata all’opposizione del Governo Letta. E’ una rottura politica che arriva dopo mesi di continue giravolte, in cui Berlusconi ed il Centrodestra hanno alternato “carezze” e ricatti dentro la maggioranza governativa, sottoponendola a continue fibrillazioni.
E’ il ritorno di una forza politica che, contrapponendosi frontalmente al governo ed al PD, cerca di recuperare ampie fette del proprio elettorato che l’ha abbandonato. Dopo aver concorso in modo molto strumentale al varo del governo delle larghe intese, la “nuova” Forza Italia punta ad intercettare il malcontento diffuso ed a trarre vantaggio dallo smarrimento profondo che attraversa la nostra società.
All’opposizione di sistema di Grillo si sommerà quella di Berlusconi e sicuramente sarà elemento di nuova confusione politica per il nostro paese, con aumento della sfiducia e dell’astensionismo, come già successo anche nelle recenti scadenze elettorali.
Una cosa comunque appare chiara: il governo Letta delle “larghe intese” non era il «salvacondotto» a Berlusconi. Era e continua a rimanere un governo di necessità, che adesso nella nuova situazione deve però voltare pagina. Servono scelte nette, ma ragionate. Il PD non deve seguire la strada dei linguaggi urlati, ma proporre ragionamenti concreti.

E’ giusto incalzare il Governo Letta, ma evitiamo però di porre condizioni ultimative. Occorre più coraggio sull’emergenza economica sociale e sul terreno fiscale (meno tasse su lavoro e reddito), apportando le opportune modifiche alla legge finanziaria. Così pure bisogna accelerare il passo sulla nuova legge elettorale e sulle riforme istituzionali, con il superamento del bicameralismo perfetto e delle province. Ci vuole un nuovo patto di governo, che permetta di arrivare al 2015, dopo il semestre europeo a guida italiana. La partita è apertissima e difficile. Siamo convinti che nel Pd non ci sia nessuno che abbia la tentazione di fare l’apprendista stregone e che, pensando di incassare per sé l’intera posta, apra la strada alla destabilizzazione.
Il PD non può stare fermo. Deve procedere al cambiamento con decisione e determinazione. Chiunque dei tre candidati (Civati, Cuperlo, Renzi) sarà chiamato a ricoprire l’incarico di Segretario Nazionale, dovrà ricordarsi che è il responsabile pro tempore di una organizzazione che è un insieme collettivo, dove ciò che conta non è il destino del singolo, ma il fine da raggiungere.
Nel PD bisogna far convivere idee diverse, perché il Pd regge solo se unito. E se non riusciamo a farlo, essendo noi l`unico, vero, grande partito democratico italiano, a soffrirne sarà il Paese intero.

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