Nello
scorso consiglio comunale si è discussa, sulla base di una mozione della
Sinistra Unita, la possibilità della creazione di un registro delle coppie di
fatto. Il PD ha lasciato, visto la delicatezza del tema, la libertà di scelta
ai propri consiglieri, 2 dei quali hanno preferito astenersi. Non esiste quindi
nessuna spaccatura nel gruppo PD, come invece hanno sentenziato i giornali
locali, sempre pronti a cercare lo scandalo o la notizia clamorosa. Dopo una lunga discussione il consiglio
comunale ha dato il via libera alla creazione del registro, ma a condizione di
coinvolgere le commissioni competenti e la cittadinanza. Il PD si è opposto
fermamente all’accettazione di regolamenti, registri già preconfezionati. Di seguito riportiamo il discorso del capogruppo
Mauro Tresoldi:
Anche
se con diversità di opinione, approcci, sensibilità e aspettative diverse, noi
del Partito Democratico pensiamo che sia giunto ormai il momento di affrontare
e risolvere la questione delle cosiddette coppie di fatto e delle unioni
civili.
Ci
sono situazioni ormai consolidate da tempo, permeate e parte integrante della
società, che l’ordinamento non può continuare a ignorare ma deve, come in ogni
altro ambito, prevedere ed eventualmente normare e organizzare.
Ciò
che sicuramente manca nella legislazione nazionale è la possibilità che le
istituzioni riconoscano la libera scelta di ciascun cittadino di poter
scegliere la persona con cui legarsi affettivamente. Cosa che, naturalmente,
già oggi non gli è impedita, ma che, però, non viene riconosciuta se non
incardinata nell’unico istituto giuridico previsto: il matrimonio.
In
questo modo la persona con cui si sta dividendo una vita e con cui si ha un
legame affettivo e con cui, magari, si ha avuto uno o più figli, non è
riconosciuta in alcun modo se con essa non si ha contratto il matrimonio. Il
legame parentale in linea diretta o collaterale prevale in ogni ambito su
quella derivante da una scelta affettiva.
Sempre
rispettando le diverse opinioni, è innegabile che in diversi ambiti (pensiamo a
quello che riguarda la reciproca assistenza in ospedale, all’aspetto
patrimoniale etc) questa lacuna andrebbe sanata.
Secondo
queste premesse pensiamo che sia doverosa una sollecitazione al legislatore in
modo che rifletta e agisca in tempi brevi su questi argomenti. Altra cosa,
invece, è il cercare di intervenire a livello amministrativo in questo ambito,
dove, l’ho appena detto, manca l’inquadramento normativo nazionale. Per questo
motivo condividiamo l’approccio indicato nella mozione presentata dai
consiglieri di ‘Sinistra Unita’ che prevede l’apertura della discussione in
commissione, per verificare se ci sono i presupposti per una stesura di un
regolamento, ma anche la proposta di incontri pubblici con la cittadinanza.
Non
condividiamo, ed è per questo che abbiamo fatto una proposta di modifica al
testo, l’idea di partire con un riconoscimento a priori, prima ancora di
avviare un confronto, prima ancora di conoscere il regolamento utile al
riconoscimento dello stesso (perché previsto in un secondo momento) o con
l’accoglimento di un testo pre-confezionato.
Crediamo
che prima di adottare una linea, a livello meramente metodologico, visto gli
aspetti personali e sociali che vengono toccati da questo argomento, crediamo
sia corretto che i gruppi (ma non solo) si confrontino liberamente in una sede
dove questo confronto è possibile: le commissioni.
Prevedendo
anche di allargare la commissione a componenti esterni in modo tale che anche i
proponenti (la SU) non siano esclusi dal confronto.